Parto da un articolo sui problemi dell'informazione e delle fake news pubblicato sul Corriere della Salute del 13 novembre 2024 come trampolino di lancio per una riflessione sui temi di cui sopra.
Ebbene, andando dritti al sodo, l'«incertezza onnipervasiva», di cui parla la politologa Jodi Dean già nel 2000, è la stessa che ho provato io selezionando questi ultimi mesi le mie fonti di informazione in modo da poterne parlare con voi. È un lavoro che, confesso, ho voluto fare innanzitutto per me.
Questo articolo capita a fagiolo nel ri-confermare ciò che ho pensato da sempre: la democrazia dà, la democrazia toglie. Ciononostante, non ho pensato ancora ad un'alternativa migliore alla democrazia.
Certamente l'alternativa non può mettere al primo posto la censura (sia di destra che di sinistra), la polizia morale, che vediamo in paesi orientali (sotto gli occhi di tutti) e occidentali seppure democratici (forse ancora sottovaluta).
Non si può continuare a non vedere però cosa succede nella realtà, sotto la pelle di tutti noi (in senso lato). Riporta l'articolo: «il problema tocca tutti i settori, dalla politica, all'economia, alla cronaca, ma gioca un ruolo particolare nel campo scientifico».
Il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti in questo comunicato (https://odg.mi.it/massime/sui-dati-relativi-alla-violenza-di-genere/) ha fatto bene a non considerare sanzionabile, sebbene considerandolo non corretto, l'atteggiamento di alcuni giornalisti di aumentare ad libitum i numeri delle violenze sulle donne perché, come dall'Ordine stesso riferito, la percezione del fenomeno nella sua gravità "non muterebbe"?
Rimandiamo ad un post di Wannabebuddha su Instagram (https://www.instagram.com/p/DDZNDrcu0Cd/) dove possono essere lette alcune riflessioni sui bias sui quali si è portati da lettori, ma prima ancora come esseri umani, a cadere a causa degli articoli di disinformazione di questo tipo che, sebbene non incoraggiati dall'Ordine, vengono però resi accettabili («non può dirsi che l’enfatizzazione di un dato statistico, nella misura in cui non alteri in modo inaccettabile la verità sostanziale del fatto riferito comporti di per sé una violazione disciplinarmente sanzionabile»).
In altre parole? Viene reso platealmente accettabile, in quanto non sanzionabile, ciò che oscura la verità (perché la percezione del fenomeno nella sua gravità, come detto prima, "non muterebbe"!).
I bias possono generare inutile ansia, pensieri ossessivi, e diversi sono stati i pazienti che, dopo narrazioni femministe (scrivete su Google o Google Immagini: "tu uomo sei FIlippo Turetta", per capire a cosa mi sto riferendo) che denigravano il maschio in quanto tale, hanno riferito questi sintomi agli psicologi e psicoterapeuti nei mesi di novembre e dicembre 2023, mesi nei quali avvenne una grandissima campagna mediatica e culturale a seguito del caso Cecchettin, volta alla diffusione sistematica dell'odio verso il maschio, carnefice assoluto della storia per il patriarcato (inteso come "maschiarcato") del femminismo.
Il problema della disinformazione è però lungi dall'essere chiuso perché c'è bisogno di rendersi conto di come nessuno (se non gente veramente preparata) va a fondo nel verificare ciò che legge e di come una componente di fiducia o assenso in ciò che si legge, anche del giornale più attendibile, anche della informazione realmente vera, è sempre presente.
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dal Corriere della Salute del 13 novembre 2024 |
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